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Mimo Clown & Teatrino dei Burattini

per il tuo evento da sogni

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Mimo Clown

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Mimo Clown & Teatrino dei Burattini

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GLOSSARIO TEATRO DI STRADA


Clown: pagliaccio del circo, capace oltre a far ridere, di suonare, di mimare, di fare acrobazie. Il primo clown storico fu Joseph Grimaldi, un inglese di origine italiana (1778_1837). Il clown è derivato dal mimo del palcoscenico ed è stata l’ultima maschera della commedia dell’arte.

Clown Bianco: è quello con la faccia bianca e il cappello a pan di zucchero che improvvisa situazioni comiche, dice barzellette, ecc.

L’augusto: è quello che fa la parte dello sciocco, del maldestro (termine inglese originale contadino)

Clownerie: azione scenica fantasiosa e paradossale.

Mimo: attore che interpreta azioni sceniche con gesti e vari atteggiamenti del volto e della persona senza usare la parola, talvolta utilizzando la musica e la danza. Nell’antica Grecia e Roma, genere teatrale comico realistico. Il mimo fu nobilitato nel I secolo AC ad opera di Publilio Siro e Decimo Laberio, diventando una scena dialogata, ricca di ironia, realismo, comicità e satira.

Maschera: il nome maschera proviene probabilmente da ‘masca’, che nel medioevo aveva il significato di magia, o strega. La sua origine risale all’età paleolitica-rapporti col mondo magico e soprannaturali. Questi legami sopravvivono ancora oggi presso i popoli primitivi, che fanno largo uso delle maschere nelle loro cerimonie religiose. Tespi nell’antica Grecia per primo usò le maschere, probabilmente di aspetto animalesco. Frinico introdusse la distinzione tra maschere maschili e femminili, scegliendo il nero per gli uomini e il bianco per le donne. Ad Eschilo, che introdusse l’uso di maschere colorate, spetta il grande merito di aver reso possibile, attraverso la pittura a più colori, diverse espressioni e quindi di aver dato alla maschera teatrale un’importanza eccezionale .
Le maschere che simboleggiano il teatro greco e romano sono Due: quella della tragedia (il pianto) e quella della commedia (il sorriso)

Commedia dell’arte: forma di rappresentazione teatrale nata e sviluppatasi in Italia nel corso del Cinquecento. Diffusa in tutta Europa, divenne molto popolare in Francia, dove veniva recitata dagli attori della Comédie-Italienne, nome assunto dal teatro dell'Hôtel de Bourgogne quando, a partire dal 1680, vi si installarono i comici italiani.
La definizione Commedia dell'Arte (il termine "arte" qui ha il significato medievale di "mestiere") venne appositamente creata per distinguere il teatro rappresentato da attori di professione da quello praticato nelle corti da letterati e cortigiani e sui sagrati delle chiese da chierici e diaconi.
Le compagnie professioniste erano composte da artisti e acrobati girovaghi. Tali compagnie non mettevano in scena testi d'autore ma, basandosi su un canovaccio, rappresentavano vicende ispirate alla realtà quotidiana, arricchite con numeri acrobatici, danze e canti.
La popolarità della Commedia dell'Arte, sia in Italia sia all'estero, fu straordinaria. Nel XVII secolo i governi di Spagna e Francia cercarono di censurare e regolamentare questa forma teatrale, anche a causa della trivialità degli argomenti trattati.
In Inghilterra, gli influssi della commedia assunsero i caratteri delle maschere di Punch, un Arlecchino più prepotente, e di sua moglie Judy. Ma fu in Francia che la commedia ebbe la maggiore influenza, arrivando a costituire fonte e ispirazione di gran parte delle opere teatrali dei maggiori commediografi francesi, come ad esempio Molière e Marivaux.
Nel XVIII secolo, in Italia, drammaturghi come Carlo Goldoni e Carlo Gozzi trasformarono e diedero nuova linfa alla commedia. Goldoni sentì l'esigenza di fornire regole precise alla rappresentazione scenica, impose alle maschere di recitare servendosi di un testo scritto, rinunciò alle facili buffonerie e inserì l'azione nel concreto tessuto sociale di una Venezia dominata da una classe borghese mercantile. Carlo Gozzi ricorse ad argomenti fiabeschi ed esotici con note patetiche e satirici riferimenti a personaggi e costumi contemporanei.

Buffone: nel medioevo e rinascimento, persona deforme o nana, che per mestiere intratteneva e rallegrava il signore e la sua corte.

 

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